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Visualizzazione dei post con l'etichetta Sampdoria

Descansa en paz, "el Flaco" Menotti

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SPOTIFY https://open.spotify.com/episode/4JDv4dClNqZmCU8SgRDxoq "C´è un calcio di sinistra, creativo, d'avanguardia e un calcio conservatore, tutto forza fisica, collocabile a destra". Non si riferiva alle fasce della cancha , el Flaco. Ma a quelle della vida . E della politica: perché tutto lo è. E nel fútbol, ancora di più. C'è stata, in Argentina, un'età dell'oro, in cui era impossibile non schierarsi: o menottistas , o bilardistas . Mai stati amici, tutt'altro, César Luis Menotti e Carlos Salvador Bilardo. Rivale storico e suo successore - altrettanto vincente - nella Selección . El Flaco  (il magro) schierava i suoi assi tutti assieme, el Narigón (il nasone) era più pragmatico: palla a Maradona, lanci per Claudio Paul Caniggia e Jorge Luis Burruchaga e vai di randello.  Come faceva lui da giocatore nell'Estudiantes dei picchiatori. Chiedere al Milan dell'Intercontinentale e delle botte al povero Nestor Combin. Menotti no: lui era un artista, ...

Beccalossi: «All’inter finsi un infortunio e corsi dal mio idolo Villeneuve. Califano ogni due giorni diceva: ho trovato la fidanzata giusta»

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Evaristo Beccalossi: «Feci allenare con noi Enrico Ruggeri Hansi Müller era belloccio e la sera sfruttavo la sua scia» Il papà bianconero «Quando segnai alla Juve mio padre mi sgridò: ma proprio tu dovevi fare gol?» di Paolo Tomaselli 8 Mar 2024 - Corriere della Sera © RIPRODUZIONE RISERVATA - Evaristo Beccalossi, ma davvero dopo che un gatto nero le attraversò la strada a Campitello Matese, lei fermò l’auto e aspettò un’ora che ne passasse un’altra? «Ero in anticipo e sono rimasto lì a fumare e a guardare il panorama. Dopo un’ora è arrivata un’ape e sono potuto ripartire. È un classico esempio del mio non-ragionare». - Lei ha sempre detto che il suo primo idolo è stato Sivori, suo papà era juventino: se facciamo due più due... «Non ci provi: mai stato juventino. Però Omar è stato il primo che ho cercato di imitare: sono un destro naturale e mi allenavo per ore con il sinistro, per diventare come lui. Ci marcio ancora oggi». - Con chi? «Coi ragazzi dell’under 19 dell’italia, che mi chi...

RIP Trevor Francis, One in a Million

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https://open.spotify.com/episode/3WWnhVfbyL24KPTZnxzDro "One Million Pound Football Player". Trevor Francis, il primo nel Regno Unito a costare un milione di sterline. Il Birmingham City, club che lo aveva cresciuto, s'era impuntato. Brian Clough, furbo nell'evitargli l'etichetta ma al contempo fiutandone la mediaticità, per averlo al Nottingham s'impunto anche lui: 999,999  pounds ; 975 mila al Birmingham, che più tasse e commissioni portavano il totale a 1.150.500 sterline. Era il 9 febbraio 1979. "Venduto come un Rembrandt all'asta in una galleria d'arte", strillò a titoloni il Guardian . Mai oltremanica si era arrivati alle sette cifre, con gli infortuni l'altra croce e delizia di un burbero gentleman nato per far - e far fare - gol. E non ancora 25enne. Sin lì, solo un club si era spinto fino alla metà, il West Bromwich Albion, che poche settimane prima ne aveva spese 516 mila per David Mills, attaccante del Middlesbrough. "Ho g...

MORINI - di Gianni Brera (1974)

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di GIANNI BRERA I Mondiali di calcio , Fabbri Editori (1974) Ha avuto la sfortuna di maturare, come stopper, in un periodo in cui il campo nazionale era «chiuso» da Roberto Rosato, uno dei più forti difensori del dopoguerra. Così è giunto in azzurro a 30 anni, dopo una carriera che avrebbe potuto meritargli altre e maggiori soddisfazioni.  Fisicamente imponente (un metro e 80, 73 chili), toscano di nascita (San Giuliano Terme, Pisa, '44), Cecco Morini è cresciuto nella Sampdoria, alla rude scuola di un altro difensore tutto grinta e decisione, Guido Vincenzi. Marcatore inesorabile, duro e scorbutico, Morini è passato alla Juventus nel 1969: titolare fisso del ruolo di stopper ha imparato anche l'arte del disimpegno, affinandosi tecnicamente. In Nazionale è arrivato nel febbraio 1973 (Turchia-Italia 0 a 1): alla soglia dei mondiali aveva disputato 5 partite in azzurro, e il centravanti avversario, affidati alla sua guardia, non era mai riuscito a segnare. Sia in azzurro sia in b...

Wembley 1992 - Buonanotte sogni Doria

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di CHRISTIAN GIORDANO © - Guerin Sportivo n.1, 7-13 gennaio 2003 © Rainbow Sports Books Il missile di Koeman affonda i blucerchiati Quell’anno, superati i sedicesimi e gli ottavi, le squadre non disputano i quarti ma si affrontano in due gironi all’italiana dai quali usciranno le finaliste, una formula macchinosa che toglie alla coppa buona parte del suo fascino. Le esigenze tv e le pressioni dei grandi club (in primis Milan e Real Madrid) hanno piegato l’Uefa. Fresca di scudetto, la Sampdoria si affaccia per la prima volta in Coppa dei Campioni e non nasconde le sue ambizioni. La squadra stenta in campionato, ma in Europa supera agevolmente i primi due turni (5-0 e 2-1 ai norvegesi del Rosenborg, 1-2 in Ungheria con la Honved e 3-1, con qualche brivido, a Genova) e accede alla seconda fase. Ai doriani il sorteggio riserva subito un battesimo del fuoco, la Stella Rossa. In casa, dopo un sofferto primo tempo, i blucerchiati dimostrano tutta la loro maturità vincendo 2-0. Do...

FOOTBALL PORTRAITS - Eto'o, l'ultimo Samurai (2014)

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https://www.amazon.it/Football-Portraits-Ritratti-calcio-Agbonlahor-ebook/dp/B01KI1XRO6 di Christian Giordano (Guerin Sportivo, 2014) A volte, i segni del destino te li porti addosso. Come cicatrici. Samuel Eto’o li ha ancora, quei segni, sul ginocchio che un grosso cane nero – sfidato per difendere una baguette – gli ha marchiato da ragazzino. Era piccolo e veloce, Samuel. Grosso e nero, quel cane. Come la Mercedes che a 15 anni gli cambia la vita. Segni del destino che Samu si porta dentro e addosso. Come cicatrici sulla pelle. Orgogliosamente nera. È un falso mito quello del piccolo Eto’o poverissimo. Nato il 10 marzo 1981 (ma sull’anno si dubita), è cresciuto nella polverosa ma dignitosa periferia di Nkongsamba, a 145 km da Douala, un tempo capitale del protettorato tedesco, e a 370 da Yaoundé, capitale del Camerun. Nkongsamba è una cittadina agricola legata alla coltivazione e alla commercializzazione del caffè. Papà David però è commercialista e, con mamma Christine...

Wembley 1992 - Buonanotte sogni Doria

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di Christian Giordano ©, Guerin Sportivo © © Rainbow Sports Books Quell’anno, superati i sedicesimi e gli ottavi, le squadre non disputano i quarti ma si affrontano in due gironi all’italiana dai quali usciranno le finaliste, una formula macchinosa che toglie alla coppa buona parte del suo fascino. Le esigenze tv e le pressioni dei grandi club (in primis Milan e Real Madrid) hanno piegato l’UEFA. Fresca di scudetto, la Sampdoria si affaccia per la prima volta in Coppa dei Campioni e non nasconde le sue ambizioni. La squadra stenta in campionato, ma in Europa supera agevolmente i primi due turni (5-0 e 2-1 ai norvegesi del Rosenborg, 1-2 in Ungheria con la Honvéd e 3-1, con qualche brivido, a Genova) e accede alla seconda fase. Ai doriani il sorteggio riserva subito un battesimo del fuoco, la Stella Rossa.  In casa, dopo un sofferto primo tempo, i blucerchiati dimostrano tutta la loro maturità vincendo 2-0. Dopo lo 0-0 di Atene (sotto la neve) contro il Panathinai...

Mai banale Sampdoria-Roma

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La prima contro il suo remoto e recentissimo passato. Contro il suo cuore. Non sarà un Sampdoria-Roma banale per Ranieri, nel giorno del suo 68-esimo compleanno, al debutto sulla panchina su cui sostituirà, come l'anno scorso alla Roma, Di Francesco. E sulla quale siederà con un ginocchio appena operato ma senza stampelle, richiesta del suo presidente, romano e romanista, e chissà ancora per quanto patron doriano. Banale la sfida di Marassi non sarà neanche per Totti, oggi (mica tanto) semplice tifoso, ma ieri capace, qui, di far alzare in piedi per applaudirlo migliaia di doriani. Per quella standing ovation il 26 novembre 2006, Samp-Roma 2-4 con doppietta di Totti, Kevin Buckley, inviato per la rivista UEFA della Champions League, scriverà: «Nella terra che ha scordato il fair play, quasi inaudito». Capita, se su quel cross di Cassetti, Totti si specchia - e quindi dal lato opposto - nel Van Basten che fulminò Dassaev in finale di Euro88.  Sempre contro la Samp, ...

FOOTBALL PORTRAITS - Sinisa Mihajlović - Quel bambino che portava il pallone dove covava la guerra (2008)

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https://www.amazon.it/Football-Portraits-Ritratti-calcio-Agbonlahor-ebook/dp/B01KI1XRO6 di CHRISTIAN GIORDANO Repubblica — 08 novembre 2008 pagina 10 sezione: BOLOGNA «Da piccolo sfondavo la saracinesca del garage: ogni due mesi mio padre doveva cambiarla». Alla Stella Rossa, per studiarlo si scomoda mezza facoltà di Fisica: «Più che dalla potenza del tiro, i prof erano colpiti dalle traiettorie che imprimevo al pallone. E ancora adesso, la perfezione mi affascina: nel calcio, nella vita, sempre».  Predestinato, Siniša Mihajlović. Il primo pallone è il primo amore, e non si scorda mai. «Era il 1973 – racconta – La mia era una famiglia modesta. Papà lo acquistò a una bancarella da un ambulante polacco. Era giallo, di cuoio, con tutto il necessario per ingrassarlo. Giurai a me stesso di non usarlo mai sull’asfalto, ma solo sull’erba. Alla fine, durò ben quattro anni».  I primi di una favola, se non della carriera, per il futuro Sinistro di Dio, serbo di Vukovar...

FOOTBALL PORTRAITS Pagliuca - L’eremo di San Gianluca (2005)

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A 39 anni l’ex di Bologna, Samp e Inter è ancora uno dei migliori portieri italiani. E per dimostrarlo ha scelto la sfida più difficile: tornare a casa per diventare profeta in patria. E ci è riuscito…  di CHRISTIAN GIORDANO © Calciatori.com magazine – n. 12, novembre 2005 «Sei mejo de Didda e Buffonne», parola del Sor Carletto Mazzone, all’epoca ancora suo allenatore e lontano da iperpresenzialismi mediatici.  L’elogio, magara eccessivo nel momento storico in cui fu speso, anche se dovuto alla straordinaria prestazione del portiere rossoblù in Udinese-Bologna del 2003, deve aver lusingato non poco l’ex attaccante che da ragazzino si convertì alla porta, sognando di emulare gli italiani Dino Zoff e Luciano Castellini e il tedesco Sepp Maier. Perché tra quegli idoli di gioventù e i contemporanei di Dida e di Buffon – per chi non avesse colto la traduzione dal romanesco – intercorrono almeno tre generazioni di portieri. Tutte attraversate da quel fenomeno di classe, istinto...

FOOTBALL PORTRAITS - Gullit, cervo esce di foresta (2005)

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https://www.amazon.it/Football-Portraits-Ritratti-calcio-Agbonlahor-ebook/dp/B01KI1XRO6 Dall’impegno sociale al sexy football, dalle polemiche con i suoi allenatori ai matrimoni falliti, dalle imprese sul campo alle difficoltà in panchina, da Arrigo Sacchi a Nelson Mandela: “Cervo esce di foresta” ha sempre avuto vissuto a modo suo, facendosi forza della sua potenza fisica, della sua enorme classe e dell’istintività tipica di uno spirito libero di  CHRISTIAN GIORDANO Eurocalcio, n. 58 – agosto 2005 Vujadin Boskov ha regalato frasi e locuzioni ormai entrate nel linguaggio comune dei calciofili. Una di queste definisce Gullit «cervo che esce di foresta (di brughiera, nella versione originale, nda)», una pennellata di rara efficacia e che ritrae tutto: l’imponenza e la regale maestosità dell’animale calcistico, la strapotenza fisico-atletica e quel senso di selvatica naturalità che lo ha sempre accompagnato, in campo e fuori.  Dal sexy-football al ...