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Grande Torino - Gli angeli caduti in volo

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SPOTIFY https://open.spotify.com/episode/57GtoEcoMoLasIzjl6hV2D di Christian Giordano  © di CHRISTIAN GIORDANO  © Guerin Sportivo  ©  «Quando lo stenografo è entrato nei nostri uffici come una furia agitando un foglietto bianco appena uscito dalla telescrivente, gridando il nome del Torino, abbiamo capito subito che stava abbattendosi su di noi una tremenda sciagura. Sulla carta era scritto: “L’aereo proveniente da Lisbona con a bordo la squadra calcistica del Torino, oggi, al suo arrivo in città, è precipitato”». Con queste parole la Gazzetta dello Sport  del 5 maggio 1949 annunciava la scomparsa della creatura perfetta, la più forte squadra che l’Italia calcistica abbia mai conosciuto: il Grande Torino . Tornava da Lisbona, il Grande Torino: tornava da una partita neanche ufficiale. Francisco José Ferreira , grande amico di Valentino Mazzola e capitano della nazionale portoghese e del Benfica, era a fine carriera. La sua squadra voleva omaggiarl...

Rocca e i suoi “fratelli”

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Lo Zambia a Seul 88, l’altra «Corea» del calcio italiano di CHRISTIAN GIORDANO © Guerin Sportivo ©, giugno 2003 Alla fine, è pure andata grassa. Alle Olimpiadi, il quarto posto dell’Italia viene ritenuto l’obiettivo minimo. Ma a Seul '88, tenendo conto della concorrenza, raramente di così alto livello, e della batosta presa con lo Zambia dell’iradiddio Kalusha Bwalya , autore di una tripletta, poteva davvero andare peggio. Gli azzurri erano tra i favoriti in virtù dell’ottimo cammino compiuto nelle qualificazioni, sotto la guida di Dino Zoff . Proprio le imprese della selezione Olimpica, che eliminò Germania Est, Portogallo, Olanda e Islanda, avevano convinto la Juventus a scegliere “Dinomito” come successore di Trapattoni (Maifredi era vincolato al Bologna, che non lo mollò) e così sulla panchina azzurra fu promosso il vice di Zoff, Francesco Rocca . L’indimenticato “Kawasaki” non seppe rivelarsi all’altezza dell’illustre predecessore, però fu anche sfortunato. Info...

La nostra Africa (2003)

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Nel continente l’unica cosa che abbonda più della miseria è il talento, e la stagione della caccia non chiude mai di Christian Giordano ©  Guerin Sportivo © n. 6, giugno 2003 Giusto un anno fa, la vittoria del Senegal, i “parenti poveri”, sui ricchi “cugini” campioni in carica dal passaporto francese, nel match inaugurale del Mondiale nippo-coreano 2002, scatenava l’ennesima alluvione di banalità sul “calcio africano” e le sue “straordinarie potenzialità”. E il pensiero correva subito a un altro debutto iridato, anch’esso chiuso col botto e sempre contro una rappresentativa africana, di una nazionale chiamata a difendere il titolo conquistato quattro anni prima. Era Argentina-Camerun, gara d’apertura di Italia ’90 , la partita che forse più di altre viene indicata come spartiacque, la svolta epocale per il football del continente, da allora finalmente considerato, a dispetto del debito pubblico dei suoi Stati, un movimento da primo mondo calcistico. Milano...

Champions League, colpa dei Campioni

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Nel 1953 i Wolves battono al Molineux la grande Honvéd di Puskás e la stampa inglese li incorona «campioni del mondo». Ne nasce un putiferio che, quarant’anni dopo, chiameremo Champions League... di CHRISTIAN GIORDANO  © Guerin Sportivo  © La più prestigiosa coppa europea, oggi pomposamente ribattezzata Champions League, nasce il 2 aprile 1955, quando su invito del quotidiano sportivo francese L'Équipe  i maggiori club d’Europa si riuniscono presso l’Hotel Ambassador di Parigi (dove oggi è apposta una lapide commemorativa dello storico incontro) per dare vita a un torneo continentale denominato Coppa d’Europa. FIFA e UEFA – che ne vengono a conoscenza dai giornali – arricciano il naso, ma di fronte al fatto compiuto fanno buon viso a cattivo gioco, riuscendo almeno a cambiargli nome: “Coppa d’Europa” faceva pensare più a un torneo per nazionali che non a una competizione per club, via libera allora a “Coppa dei Campioni d’Europa”, denominazione che meglio speci...

FOOTBALL MEMORIES - Fame da Lupi

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di CHRISTIAN GIORDANO © Guerin Sportivo  © I Wolves di Stan Cullis, per la prima volta campioni nella League, contavano su talenti locali quali William (Billy) A. Wright, allora primatista di presenze nell’Inghilterra (105), perno di una solida difesa completata da Bert F. Williams in porta, Ron Flowers e William (Bill) J. Slater, tutti nazionali.  La linea d’attacco, guidata da Ron Swinbourne, sopperiva alla carenza di statura con la velocità di Johnnie Hancocks e la scaltrezza di Peter F. Broadbent, anche perché sul piano tecnico con gli ungheresi non c’era partita.  Ma la vera forza dei Lupi era tutta nel loro approccio tried-and-trusted , ci ho provato e ci ho creduto. E a ben donde visti i risultati ottenuti nel decennio, gli anni 50, da una squadra priva di grosse individualità ma irriducibile: tre titoli nazionali (1954, 1958, 1959) e una FA Cup (1960).  La stampa internazionale dette immensa eco alla grande sfida del Molineux e lo stesso Ga...

La Rivoluzione incompiuta

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Germania Ovest 1974: Germania Ovest-Olanda 2-1 Sono trascorsi trent’anni dalla rivoluzione del Calcio Totale, il vento nuovo che, come ogni rivoluzione, scommetteva tutto sull’Idea e sulla sua forza di imporsi e di diffondersi. Vincere divertendo, l’affascinante scommessa. Vinta, ma difficilmente riproducibile. La finale Ai Mondiali, la più grande finale di sempre. Forse.  Avvio memorabile, prima e dopo il fischio di Jack Taylor, prestante macellaio di Wolverhampton designato a dirigerla. La tradizionalmente impeccabile macchina organizzativa teutonica si inceppa per colpa di un granellino sotto forma di bandierina.  Nel primo Mondiale «blindato» della storia, figlio della psicosi post-Monaco ’72, ci si dimentica infatti delle bandierine del corner. Alla bisogna provvedono solerti ancorché non giovanissimi inservienti, sotto lo sguardo divertito degli 80 mila dell’Olympiastadion. Davanti al curioso siparietto, persino i principi Ranieri abbandonano il loro...

Il calcio e l’Africa, antichi stereotipi e moderne verità

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di Christian Giordano © Guerin Sportivo ©, giugno 2003 Applicare etichette a un continente, per di più vasto e variegato come quello africano, è un’assurdità eppure di tanto in tanto si verificano episodi in questo senso illuminanti.  Difficile infatti uscire dai triti luoghi comuni che riguardano il calcio d’Africa e certi suoi atavici retaggi se poi si devono registrare vicende come quella accaduta in Mali, il 7 febbraio di un anno fa, a Thomas N’Kono in occasione della semifinale di Coppa d’Africa (per la cronaca, vinta per 3-0 dal Camerun sui padroni di casa).  Bloccato all’ingresso in campo perché portava con sé un amuleto N’Kono, accusato di stregoneria, espressamente vietata per la manifestazione, viene arrestato e picchiato dalla polizia.  L’indomani l’ex campione riceve le scuse ufficiali direttamente dal presidente della Repubblica, Alpha Oumar Konare, sceso negli spogliatoi dello stadio di Bamako per chiarire l’episodio.  Amareggiato, l’ex campi...