Concetti Chiave
- Martino della Torre fu il primo signore di Milano nel 1259, sostenuto dallo Stato della Chiesa, e riuscì a sconfiggere i rivali da Soresia.
- I Visconti espandono il loro dominio nel Trecento, ottenendo il predominio della pianura padana e minacciando Firenze e lo stato pontificio.
- Francesco Sforza diventa duca di Milano nel 1450, segnando la fine della Repubblica Ambrosiana e stabilendo la pace di Lodi nel 1454.
- Galeazzo Maria Sforza, noto per il suo governo irrequieto, riforma la politica monetaria e agricola, ma viene assassinato nel 1476.
- Ludovico Sforza, detto il Moro, regna per conto di suo nipote Gian Galeazzo fino al 1500, quando Milano viene occupata dai francesi.
In questo appunto si analizza il susseguirsi delle signorie milanesi dei della Torre e dei Visconti prima e degli Sforza dopo. In particolare si fa riferimento a come siano riusciti a sconfiggere i loro avversari politici, l'espansione dei loro domini, la sconfitta di Maclodio, l'acquisizione di Francesco Sforza del titolo di duca e i suoi contrasti con la Repubblica e i veneziani, Galeazzo Maria, Gian Galeazzo e Ludovico il Moro.
Indice
Della Torre e Visconti a Milano: passaggio da comune a signoria
Nel maggio del 1259 il primo signore di Milano è Martino della Torre “anziano perpetuo del Popolo” che riesce a sconfiggere i signori rivali, i da Soresia, trovando come suo alleato lo Stato della Chiesa, nella battaglia di Cassano d’Adda combattuta l’8 ottobre. Muore il 20 novembre 1263 e la Credenza di Sant’Ambrogio nomina come suo successore il fratello Filippo della Torre il quale annette Como ai territori sotto il suo controllo.Nel 1277 il vescovo Ottone Visconti è signore di Milano per cui si parla di una signoria di fatto.
All’inizio del Trecento la signoria dei Visconti si preoccupa dell’espansione della casata rivale veneta: gli Scala, arrivati fino a Verona, Brescia, Parma e Lucca. Nel 1336 Firenze e Verona si alleano con i Visconti, spaventati dall’espansione degli Scaligeri, riuscendo a ridimensionarne le ambizioni. I Visconti ottengono così il predominio della pianura padana, e successivamente avviano l’espansione milanese, seppure con alti e bassi.
I milanesi attraversano oltretutto, in quel periodo, un momento di floridezza economica: l’agricoltura è ben avviata, e l’industria della seta fiorente. Inoltre, riuscendo a limitare l’autonomia delle nazioni vinte, riescono a porre le basi per unificazione amministrativa dei propri territori.
Una prima considerevole espansione dei Visconti avviene con il vescovo Giovanni, che acquisisce Bologna e viene chiamato come signore di Genova dalle fazioni cittadine, affinché possa essere arbitro delle numerose contese. Il culmine della potenza dei Visconti viene raggiunto con Gian Galeazzo. Egli, liberatosi dello zio con cui deteneva il potere, estende il suo stato fino all’Italia centrale e, mediante alleanze, conquista Verona, Padova, Pisa, Siena e Perugia, minacciano così Firenze e lo stesso stato pontificio. Dopo la sua morte, nel 1402, avviene un rapido declino dello stato milanese, ed i figli se ne spartiscono i territori.
Il figlio Filippo Maria Visconti ne ripristina l’unità e riprende l’espansione, fino alla sconfitta di Maclodio contro Venezia nel 1427. Alla sua morte si scatena una guerra di successione e a Milano torna per breve tempo il comune.
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Sforza a Milano: Francesco Sforza, la pace di Lodi e i suoi successori
Ad approfittare di questa situazione è il capitano di ventura Francesco Sforza, che si instaura a Milano e conclude il suo ruolo politico con Venezia e la pace di Lodi, firmata il 9 aprile 1454. È fondamentale per la storia della penisola italica perché stabilisce un nuova disposizione dei confini tra i vari stati nazionali che porta con sé un certo equilibrio abbastanza stabile il quale ha permesso la nascita della cultura umanistica e rinascimentale. In particolare, la parte settentrionale della penisola viene divisa tra il ducato di Milano e Venezia oltre allo spostamento del confine tra le due potenze sul fiume Adda.Francesco riesce a sposare a Cremona nel 1441Bianca Maria Visconti, ultima erede di Filippo Maria Visconti, conseguentemente ottiene il titolo di duca e si riappacifica con i membri della signoria dei Visconti che stava vivendo un momento di crisi a causa della guerra contro Venezia. In realtà, però, l’imperatore Federico III d’Asburgo non riconosce questo titolo all’uomo. Nonostante ciò, lo scopo di Francesco è quello di imporre il suo potere su Milano la quale, però, nel 1447, anno della morte dell’ultimo superstite dei Visconti, insorge e istaura l’ Aura Repubblica Ambrosiana tenuta da 24 capitani difensori della libertà della “illustre ed eccelsa città di Milano”. Questa istituzione governativa non dura molto ed è fragile proprio perché, nel corso del tempo, Francesco Sforza, che ha il ruolo di difendere il territorio, opera in modo da fortemente condizionare la popolazione e le loro opinioni.
Un grande appoggio nella riconquista di Milano, inoltre, paradossalmente, proviene da Venezia la quale esce sconfitta dalle truppe milanesi di Francesco nella battaglia di Caravaggio scoppiata il 15 settembre 1448.
Fino al febbraio del 1450 la città è sotto assedio quando il doge veneziano Francesco Foscari si allea con la Repubblica Ambrosiana per la troppa autorità assunta da Francesco Sforza. A quest’ultimo viene, allora, proposto un accordo in cui avrebbe dovuto accettare il possesso di tutto ciò che aveva acquistato in cambio di lasciare autonoma la Repubblica. Francesco rifiuta e il popolo milanese, stufo di vivere in condizioni di vita pietose causate anche dal conflitto tra le due potenze, decide di lasciare che Francesco Sforza sia il loro duca, titolo riconosciuto il 25 marzo 1450.
Francesco Sforza muore l’8 marzo 1466 e il suo successore sarà il figlio Galeazzo Maria che in quel momento si trovava in Francia. È risaputo che egli fosse irrequieto e smoderato tanto che secondo alcuni avrebbe ereditato il titolo del padre con l’uccisione di Bianca Maria Visconti.
Grazie, però, all’aiuto del suo segretario, Cicco Simonetta, riesce a governare diplomaticamente seguendo le orme di Francesco: rivoluziona la politica monetaria e le tecniche agricole e rinnova il Castello sforzesco. Il suo punto più debole riguarda, invece, la fragilità che caratterizzava il mantenimento delle sue alleanze.
È assassinato il 26 dicembre 1476 nella chiesa di Santo Stefano.
Il successore di Galeazzo Maria è Gian Galeazzo il quale convola a nozze con Isabella d’Aragona. Egli non governerà mai direttamente perché dal 1480 lo zio Ludovico Sforza, soprannominato il Moro, regna in suo nome. Quest’ultimo sposa Beatrice d’Este e regna fino al 1500 quando i francesi lo imprigionano e occupano Milano. Il ducato ritorna in mano degli Sforza con i figli di Ludovico, Massimiliano prima e Francesco II dopo, ma soprattutto per l’intervento di mercenari svizzeri capeggiati dall’impero asburgico.