Guggernüll (2886 m) - SKT
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- autostop ... quanto basta
- portage ... minimo
- sole ... il giusto
- vento (ma sempre in un bel quadro paesaggistico da 2600 in su)
- la cima ...
- spellare e mani fredde ...
- nebbia e un po’ di concentrazione !!!
- 10/15 cm di polvere da 2886 m. a 2200 m. ... (il giusto per farci divertire).
- guado a Tamboalp
- qualche sassolino finale perchè gli sci non si vogliono mai togliere !
- e l’ arrivo a Splugen su campo concimato.
- birra finale.
tapio: Dopo le già esaustive parole di Paolo mi potrei limitare al giochetto di parole Guggernüll = Gucken null. Ma oltre a qualche pennellata di bianco, aggiungo come al solito alcune impressioni personali, tanto per caratterizzare questa giornata. È vero, non abbiamo visto quasi nulla, però in sostanza quello che volevamo fare l’abbiamo fatto; per i panorami ci saranno altre occasioni.
Stante il divieto di transito posizionato poco più in alto, partiamo a piedi dal parcheggio situato sulla strada del Passo dello Spluga (1492 m) e, dopo tre tornanti (a quota 1560 circa), troviamo un passaggio fino a Bodmastafel (1784 m). Il gentile ragazzo portoghese dotato di furgone ci risparmia 200 m di dislivello, anche se poi questa manovra farà lievitare lo sviluppo. Un chilometro e mezzo ancora di spallaggio, fino al tornante di quota 1900, e poi, finalmente, sci ai piedi! Raggiungiamo la Tanatzalp e Lattastafel sempre restando sulla comoda stradina imbiancata; poi, girando attorno al Tanatzhöhi, scendiamo senza spellare alla Tamboalp. Attraversiamo il quadrato di Rietboda e con manovra circolare ed aggirante guadagniamo il P. 2188.
Continuiamo la salita inizialmente ancora con direzione Areuapass; poi, non appena l’inclinazione del pendio lo permette, pieghiamo verso N: in questa fase il sole picchia e i numerosi distacchi presenti in zona ci fanno sempre procedere con cautela, valutando l’itinerario di minimo rischio.
Da quota 2400 in su il vento comincia a soffiare sempre più incessante, mentre alle nostre spalle nuvole minacciose salgono da sud. Continuiamo comunque, lasciandoci sulla sinistra il Gemschschluecht: in fondo mancano poi solo 200 metri di dislivello. Sulla rampa finale siamo sferzati dal vento: io arrivo ad indossare tutto quello che ho (6 strati), oltre a berretto, cappello, fascia paraorecchi e due paia di guanti (il terzo lo tengo per i casi estremi). Attorno alla cupola sommitale bisogna fare attenzione agli affioramenti rocciosi, visto che il vento ha agito con molta intensità.
Arrivati al punto culminante in condizioni limite (oltre al vento, la nebbia ha preso possesso totale della montagna), per raggiungere l’ometto di vetta si tratterebbe di depositare gli sci, scendere qualche metro e risalire qualche metro dalla parte opposta. Non volendo sfidare ulteriormente la sorte (e poi, con questo vento, gli sci li troveremmo ancora?) spelliamo – con molta difficoltà – e ci prepariamo per la discesa. Il Guggernüll è comunque raggiunto, ora il problema è scendere.
La visibilità è già molto ridotta qui, ma comunque riusciamo a districarci tra le pietre e lasciare indenni le solette. Passata la zona pietrosa, la visibilità si riduce ancora. Possiamo solo seguire pedissequamente la traccia di salita, ringraziando il cielo che non sia stata coperta dalle raffiche di vento. C’è un lungo tratto in cui procediamo solo grazie alla scia dei buchi dei bastoni lasciati in salita. Concentrazione al massimo e discesa lenta (peccato, sarebbe anche una bella polvere…).
Più sotto si ricomincia a vedere qualcosa e possiamo quindi riprendere fiducia e tracciare qualche curva. Raggiungiamo così la Tamboalp e dopo un guado avventuroso (rimanere sulla sinistra orografica del Tambobach e passare sul ponte sarebbe troppo facile, con il senno di poi…) prendiamo la stradina, quella che avremmo dovuto già prendere anche in salita, e scendiamo con gli sci fino a Windigstafel (1760 m).
Rimessi gli sci sullo zaino, incrociamo la strada del passo al P. 1607; da lì, tagliando i tornanti, in breve siamo all’auto. Per la birra finale (che poi è anche quella iniziale, visto che in vetta era fuori discussione stappare birre) ci portiamo ad Hinterrhein dove prendiamo possesso della fermata del postale: una casetta in legno (hütte) costruita all’uopo ci permette di concludere in bellezza quest’altra intensa giornata di montagna, con un mini banchetto finale, che, inizialmente solitario, si conclude successivamente sotto gli occhi divertiti di un gruppo di confederati entrati, loro sì, ad aspettare il postale.
Guggernüll: ci hai negato i panorami ma non certo le emozioni!
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