La tomba perduta di Gesù: differenze tra le versioni

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* ''Yose'', diminuitivo di "Giuseppe" menzionato (nella sua forma greca ιωσης "Joses") come nome di uno dei fratelli di Gesù nel Nuovo Testamento (Marco 6:3)
* ''Yose'', diminuitivo di "Giuseppe" menzionato (nella sua forma greca ιωσης "Joses") come nome di uno dei fratelli di Gesù nel Nuovo Testamento (Marco 6:3)
* ''Yehuda bar Yeshua'', Probabilmente aramaico per "Giuda figlio di Gesù"
* ''Yehuda bar Yeshua'', Probabilmente aramaico per "Giuda figlio di Gesù"
* ''Mariamene e Mara''. Secondo i realizzatori del film questo è [[Lingua greca|greco]] per "Maria detta la padrona." Il nome simile "[[Mariamne (nome)|Mariamne]]" si trova negli [[Atti di Filippo]]: Francois Bovon, professore di Storia della Religione ad [[Università di Harvard|Harvard]] ha suggerito nel suo studio su quel lavoro che Mariamene, o Mariamne, era il nome effettivo di [[Maria Maddalena]]<ref name=goodstein/>
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* ''Matya'', Ebraico per 'Matteo'—''non'' ritenuto [[Matteo apostolo ed evangelista|Matteo l'Evangelista]] ma "probabilmente il marito di una delle donne i cui resti si trovavano in uno degli ossari senza iscrizioni."<ref name=autogenerated3 />. I realizzatori del film affermano che esiste una prova secondo la quale Maria madre di Gesù avesse molti parenti chiamati Matteo<ref name="goodstein"/>
* ''Matya'', Ebraico per 'Matteo'—''non'' ritenuto [[Matteo apostolo ed evangelista|Matteo l'Evangelista]] ma "probabilmente il marito di una delle donne i cui resti si trovavano in uno degli ossari senza iscrizioni."<ref name=autogenerated3 />. I realizzatori del film affermano che esiste una prova secondo la quale Maria madre di Gesù avesse molti parenti chiamati Matteo<ref name="goodstein"/>



Versione delle 01:38, 21 gen 2010

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Durata102 min
Regia{{{regista}}}

La tomba perduta di Gesù è un documentario co-prodotto e tramesso per la prima volta su Discovery Channel e Vision TV in Canada il 4 marzo, 2007 riguardante la scoperta della Tomba Talpiot. È stato diretto dal regista e produttore canadese Simcha Jacobovici e prodotto da Felix Golubev e Ric Esther Bienstock, mentre James Cameron ha svolto la funzione di produttore esecutivo. Il film è stato lanciato contemporaneamente con un libro sullo stesso soggetto, La tomba di famiglia di Gesù, uscito a fine Febbraio 2007 e scritto a quattro mani da Jacobovici e Charles R. Pellegrino. Quanto affermato dal libro e dal documentario è attualmente oggetto di controversia sia in campo archeologico che teologico, come anche tra gli studiosi di linguistica e biblistica.

L'effettiva scoperta della tomba

La tomba fu scoperta nel 1980 durante la costruzione di un'abitazione. Furono trovati dieci ossari in una grotta, comprendenti i sei che sono il soggetto del film di Jacobovici. Tuttavia, uno dei dieci ossari andò perduto anni fa, presumilmente rubato.

"Nel film si afferma che le 'informazioni fornite non sono mai state diffuse prima', ma in realtà non c'è alcuna novità. Io ho pubblicato tutti i dettagli nell'Antiqot journal nel 1996, e non ho mai detto che fosse la tomba della famiglia di Gesù," ha affermato Amos Kloner, oggi professore di archeologia presso l'Università Israeliana Bar-Ilan e autore del rapporto dello scavo originale per il predecessore dell'Autorità Israeliana per le Antichità.[1]

"Io penso che si tratti di un lavoro poco serio. Io pubblico solo lavori accademici…," ha affermato Kloner. "[Questo film] è un mucchio di stupidaggini."[1]

Iscrizioni sull'ossario

L'iscrizione recitante Yeshua` bar Yehosef è la più controversa.[2][3][4]

Sei dei nove ossari rimanenti contengono delle iscrizioni. Gli altri tre non hanno iscrizioni. La tomba perduta di Gesù presuppone che tre degli ossari con iscrizioni contengano il nome di figure del Nuovo Testamento.[5] Il reale significato delle epigrafi è controverso.[6] I realizzatori del documentario sostengono che quattro importanti epigrafisti confermano la loro interpretazione delle iscrizioni.[7] Così come tradotte ne La tomba perduta di Gesù e La tomba della famiglia di Gesù, esse recitano come di seguito:

  • Yeshua bar Yehosef, Aramaico per "Gesù figlio di Giuseppe"
  • Maria, scritta in aramaico, ma forma latina del nome ebreo "Miriam" ("Maria")[8]
  • Yose, diminuitivo di "Giuseppe" menzionato (nella sua forma greca ιωσης "Joses") come nome di uno dei fratelli di Gesù nel Nuovo Testamento (Marco 6:3)
  • Yehuda bar Yeshua, Probabilmente aramaico per "Giuda figlio di Gesù"
  • Mariamene e Mara. Secondo i realizzatori del film questo è greco per "Maria detta la padrona." Il nome simile "Mariamne" si trova negli Atti di Filippo: Francois Bovon, professore di Storia della Religione all'Università Harvard ha suggerito nel suo studio su quel lavoro che Mariamene, o Mariamne, era il nome effettivo di Maria Maddalena[8]
  • Matya, Ebraico per 'Matteo'—non ritenuto Matteo l'Evangelista ma "probabilmente il marito di una delle donne i cui resti si trovavano in uno degli ossari senza iscrizioni."[7]. I realizzatori del film affermano che esiste una prova secondo la quale Maria madre di Gesù avesse molti parenti chiamati Matteo[8]

Quattro eminenti epigrafisti hanno confermato le iscrizioni dell'ossario per La tomba perduta di Gesù, secondo Discovery Channel.[9] William G. Dever, un professore di archeologia in pensione dell'Università dell'Arizona che ha eseguito scavi in siti antichi in Israele per 50 anni, ha affermato che alcune delle iscrizioni sugli ossari Talpiot sono poco chiare, ma che tutti i nomi sono comuni.[10]

Rapporti con l'ossario di Giacomo

Lo stesso argomento in dettaglio: Ossario di Giacomo.

Il film afferma ancora che il decimo ossario, che andò perduto anni fa, è l'Ossario di Giacomo ritenuto contenere il corpo di Giacomo, il fratello di Gesù.[11]

In La tomba di famiglia di Gesù, Simcha Jacobovici afferma che l'Ossario di Giacomo avrebbe fatto parte di questa tomba, ma fu portato via da mercanti di oggetti d'arte, e quindi scoperto separatamente.[12] L'autenticità dlel'ossario di Giacomo è stata messa in dubbio, e uno dei suoi passati proprietari è stato accusato di truffa a causa di questo manufatto.

Ben Witherington III, che ha lavorato con Jacobovici in un documentario di Discovery Channel sull'ossario di Giacomo, nega questo rapporto su queste due basi:

  • "L'ossario di Giacomo, secondo il rapporto dei mercanti di antichità dai quali Oded Golan ebbe l'ossuario, ha affermato che l'ossario viene da Silwan, e non da Talpiot, e presentava tracce di terra che non corrispondono a quella che si trova in quella zona di Gerusalemme."
  • "Inoltre, Eusebio riferisce che il segno della sepoltura di Giacomo si trovava vicino al punto in cui Giacomo venne martirizzato cioè vicino al colle del tempio, quindi in prossimità delle famose tombe della Valle Kidron come la cosiddetta Tomba di Assalonne. Talpiot non si trova affatto in quella zona."[13]

Un'altra considerazione fu che le misure dell'ossario di Giacomo non corrispondono alle misure note per il decimo ossario, che non è più conservato insieme al resto della collezione. L'ossario di Giacomo si ritiene misurasse 50 cm di lunghezza x 30 centimetri di larghezza ad un'estremità e 25,5 centimetri all'altra.[14] Il decimo ossario della collezione Talpiot dovrebbe essere lungo 60 centimetri e largo 26 centimetri ad un'estremità e 30 centimetri all'altra.[15] Inoltre, Amos Kloner ha affermato che il decimo ossario non aveva iscrizioni. E Joe Zias, ex-curatore del Museo Rockefeller, che ricevette e catalogò gli ossari, ha anch'egli respinto queste affermazioni sul suo sito personale.[1]

Nuove informazioni hanno ora dimostrato che la discrepanza tra le misure dei due ossari è spiegabile con la misurazione della base dell'ossario, che è effettivamente di 50 centimetri, piuttosto che con la sua lunghezza. La lunghezza della base superiore dell'ossario di Giacomo, e non la base, che è di forma trapeziodale, secondo le ultime misurazioni eseguite dall'Autorità Israeliana per le Antichità, è di 57,5 centimetri. Tuttavia, ciò non prova in alcun modo che l'ossario di Giacomo sia il decimo ossario mancante della tomba Talpiot.[16]

Rapporto statistico

Una questione centrale è stata quella della probabilità che una tomba potesse contenere lo specifico gruppo di nomi come la Tomba Talpiot. Esperti come Richard Bauckham,[17] David Mavorah[18] e Amos Kloner[18] ha sostenuto la frequenza di iscrizioni archeologiche contenenti il nome "Gesù." Paul Maier, professore di Storia Antica presso l'Università del Michigan Occidentale, fa notare come ci fossero almeno 21 "Yeshuas" o Gesù abbastanza famosi da essere inclusi nelle storie di Giuseppe.[19] Da parte loro, i realizzatori del film presentano uno studio statistico condotto da Andrey Feuerverger, professore di Statistica e Matematica presso l'Università di Toronto, che concluse come mentre i nomi non sono rari, le probabilità che tutti questi nomi si trovino insieme nella stessa tomba sono (in base alle variabili) da 600 a 1[5] a 1 milione a 1 a favore della sua autenticità.

Tuttavia, ha successivamente affermato il Dr. Feuerverger, "Non è intento della statistica di concludere se questo sito sepolcrale sia o meno quello della famiglia del Nuovo Testamento. Ogni conclusione di questo tipo è appannaggio molto più correttamente dell'intento degli studiosi di biblistica storica che si trovano in una posizione molto più vantaggiosa per valutare delle presunzioni che vengono inserite come elementi di un calcolo.Il ruolo della statistica è principalmente quello di cercare di valutare le probabilità che un gruppo ugualmente (o più) 'interessante' di nomi che sono emersi per caso possano costituire dei campioni statistici e come tali valitabili o come fattori storici e solo come tali valutabili. In questo senso io ritengo di poter affaremare alcuna conclusione che possa mettere in rapporto questa tomba con una qualunque ipotetica tomba del Nuovo Testamento."[20] L'affermazione del Dr. Feuerverger si basa su diversi assunti:

  • La Maria di uno degli ossari è la madre del Gesù trovato in un altro ossario,
  • Mariamne è sua moglie
  • Giuseppe (che appare con il nomignolo Jose) è suo fratello

Un sostegno a questi assunti deriva, secondo il documentario, dalle seguenti affermazioni:[21]

  • Mariamne è il nome greco di Maria.
  • Si ritiene che Maria Maddalena parlasse e predicasse in greco.
  • Jose era il diminutivo usato per indicare il fratello minore di Gesù.
  • La Tomba Talpiot è l'unico luogo in cui degli ossari siano mai stati trovati co i nomi Mariamne e Jose, anche se le radici dei nomi erano molto popolari e migliaia di ossari siano stati estratti.

Ulteriori informazioni riguardanti la metodologia di questo studi dovrebbero essere pubblicate presto.[22][23][24][24][25][26][27][28][29][30][senza fonte]

Il 25 febbraio, 2007, Andrey Feuerverger, professore di Statistica e Matematica presso l'Università di Toronto condusse un calcolo statistico sul gruppo di nomi che fu inserito in La tomba perduta di Gesù. Egli concluse che le probabilità sono almeno 600 a 1 che la combinazione di nomi apparsi nella tomba possa essere dovuta al caso. La metodologia di questo studio è stata sottoposta ad un giornale, ma nel frattempo un compendio può essere trovato su Discovery Channel[5][12] and documentary[31] websites. Una spiegazione più dettagliata sull'approccio statistico può essere reperito anche sul sito web del Professor Andrey Feuerverger[32] come anche in una recente intervista concessa a Scientific American.[33] La distribuzione di frequenze per i nomi prevalenti durante il periodo di tempo in cui le sepolture di ossari avevano luogo può essere inferita esaminando due fonti chiave:

  • Il Catalogo Rahmani degli Ossri Giudaici nella Collezione dello Stato di Israele.[34]
  • Lessico di Tal Ilan dei Nomi Giudaici nell'Antichità Tardiva.[35]

Secondo il Prof. Feuerverger, lo scopo dell'analisi statistica è quella di valutare il livello di probabilità di un'ipotesi nulla, I quote:[32]

Un' 'ipotesi nulla' può essere pensata qui come asserire che questo gruppo di nomi fosse eerso puramente per caso per scelta casuale di campioni dall'onomastico. L'ipotesi alternativa è opposta a questa, per così dire. Non è nell'intento della statistica di concludere se questo luogo di sepoltura sia o meno quello della famiglia del Nuovo Testamento.

Feuerverger multiplicò le volte che il nome appariva durante il periodo di tempo con le volte in cui appariva ogni altro nome. Inizialmente egli trovò che "Gesù figlio di Giuseppe" appariva una volta su 190, Mariamne apparia una volta su 160 e così via:

Gesù figlio di Giuseppe Mariamne Yosah Maria Prodotto
1/190 1/160 1/20 1/4 = 1/2.432.000
0,53% 0,625% 5% 25%

Egli divise quindi 2.432.000 per 4 per tener conto della distorsione nei dati storici e divise ulteriormente quel risultato (608.000) per 1.000 nel tentativo di tener conto del numero delle tombe esplorate dalla Gerusalemme del primo secolo.[36][37]

Alle conclusioni di Feuerverger sono state mosse alcune obiezioni:

  • Secondo alcuni, moltiplicare le probabilità dei nomi individuali è sbagliato perchè molte permutazioni degli stessi nomi sono possibili.
  • L'inclusione del nome Mariamne nel calcolo si basa su due assunti:
    • Maria Maddalena nel Nuovo Testamento era la moglie di Gesù. (Non esiste prova storica di ciò.)
    • Il vero nome di Maria Maddalena era Mariamne. (Questo assunto viene messo in discussione da alcuni esperti.[38][39])
  • Il calcolo prende in considerazione solo le 1.000 tombe trovate a Gerusalemme invece dell'intera popolazione Giudaica vivente nella regione. Si assume aprioristicamente che la famiglia di Gesù avesse una tomba di famiglia nel Nuovo Testamento e che questa fosse tra le 1.000 tombe trovate nella regione di Gerusalemme. [40][41] Non esiste prova storica per questo assunto. Alcuni esperti, compreso l'archeologo Amos Kloner (l'unico che scavò le tombe) non ritiene possibile che una famiglia povera di Nazareth possedesse una tomba di famiglia a Gerusalemme.[42]
  • L'iscrizione “Giuda figlio di Gesù” viene ignorata nel calcolo. Dato che non esiste prova storica che Gesù ebbe figli, alcune persone credono che questa iscrizione debba essere inclusa nel calcolo per ridurre la probabilità che la tomba appartenga alla famiglia di Gesù.[43]

Randy Ingermanson e Jay Cost hanno eseguito una loro analisi statistica [44] nella quale essi osservarono le probabilità partendo da vari assunti.

  • Quello che essi chiamarono uno 'storico tipico', essi calcolarono, darebbero 1 a 19,000 che questa è la vera tomba di Gesù.
  • Uno storico che volesse a tutti i costi che questa fosse la vera tomba farebbe degli assunti che abbasserebbero le probabilità a 1 a 18.
  • Uno storico che propendesse per la genuinità della tomba ma che volesse "mantenersi all'interno della ragionevolezza storica" avanzerebbe degli assunti che abbasserebbero le probabilità a 1 a 1.100.
  • Un altro storico che fosse contro la genuinità della tomba, ma mantenendosi all'interno degli stessi confini, stimerebbe le probabilità a 1 a 5 milioni.
  • E, ovviamente, un Cristiano che insistesse che Gesù ascese al Cielo direbbe che è impossibile che questa sia la tomba vera di Gesù.

Stephan Pfann (presidente dell'Università di Gerusalemme della Terrasanta) sottolinea come l'elevata frequenza di questi nomi suggerisce che la probabilità è molto più bassa. "E' notevole il fatto che circa 16 su 72 nomi di persona (trovati sugli ossari) rende conto del 75% dei nomi iscritti." Tra questi nomi "top 16" ci sono Maria, Giuseppe, Gesù, Matteo, e Giuda.[45]

Richard Bauckham (Professore di Studi sul Nuovo Testamento e Bishop Wardlaw Professor a St Andrews) ha compilato i seguenti dati per dimostrare quanto siano comuni i nomi trovati su questi ossari:[13]

"Su un numero totale di 2625 maschi, queste sono le cifre per i 10 nomi più comuni tra i Giudei della Palestina. La prima cifra rappresenta il numero totale of occurrences (da questo numero, con 2625 come totale per tutti i nomi, si potrebbero calcolare delle percentuali), mentre la seconda è il numero of occurrences specifically on ossuaries."
Grado Nome Riferimenti totali Found on Ossuaries Percentuale dei riferimenti totali (2625)
1 Simone/Simeone 243 59 9.3%
2 Giuseppe 218 45 8.3%
3 Eleazar 166 29 6.3%
4 Giuda 164 44 6.2%
5 Giovanni/Yohanan 122 25 4.6%
6 Gesù 99 22 3.8%
7 Anania 82 18 3.1%
8 Jonathan 71 14 2.7%
9 Matteo 62 17 2.4%
10 Manaen/Menahem 42 4 1.6%
"Per le donne, si ha un totale di 328 occurrences (i nomi di donna sono molto più raramente registrati di quelli degli uomini), e figures per i primi 4 nomi più popolari sono:"
Grado Nome Riferimenti totali Found on Ossuaries Percentuale dei riferimenti totali (328)
1 Maria/Marianna 70 42 21.3%
2 Salome 58 41 17.7%
3 Shelamzion 24 19 7.3%
4 Marta 20 17 6.1%

Colin Aitken, un professore of forensic statistics all'Università di Edimburgo, affermò che lo studio si basa su un numero di ipotesi, e che, "anche se accettassimo le ipotesi, 600 ad uno is certainly not the odds in favour of this tomb being Jesus."[46] intendendo che anche se fosse vero che trovare questo cluster di nomi is very unlikely non ne consegue che quindi questa sia probabilmente la tomba della famiglia di Gesù. Secondo il documentario di Discovery Channel il modello statistico di Feuerverger conclude che c'è solo una possibilità su 600 che the Talpiot tomb non sia la tomba della famiglia di Gesù se Marianna può essere collegato a Maria Maddalena. Nel suo sito web personale Feuerverger ha preso le distanze da questo claim, spiegando: "I now believe that I should not assert any conclusions connecting this tomb with any hypothetical one of the NT family."[47] Anche il sito web di Discovery Channel ha rimosso tutte le precedenti associazioni of Feuerverger's name with the 1/600 estimate of the Talpiot tomb not belonging to Jesus family.

Test del DNA

L'analisi del DNA mitocondriale (uno strumento per tracciare matrilineage) performed dalla Lakehead University sui resti trovati nell'ossario contrassegnato "Gesù figlio di Giuseppe" e quello marked "Marianna," o "Maria" (che alcuni sostengono essere Maria Maddalena) ha trovato che i due occupanti non avevano legami di sangue dal lato materno. Sulla base di tali test, i realizzatori del documentario suggeriscono che "Gesù" e "Marianna" erano probabilmente sposati "perché altrimenti non sarebbero stati sepolti insieme in una tomba di famiglia,[48] ma i resti non erano stati datati usando il radiocarbon per supportare ulteriormente tale tesi, non furono fatti neanche altri test del DNA annunciati sugli altri ossari per vedere se esistesse qualche relazione familiare. Inoltre, gli studenti sostengono che i test del DNA provano solo che essi non avevano la stessa madre e potrebbero facilmente essere stati padre/figlia, cugini, half brother/sister, o qualunque altra possibilità che non comprende a matrilineage line.[49]

La tomba perduta di Gesù—Una vista critica

In seguito alla messa in onda di La tomba perduta di Gesù su Discovery Channel il 4 marzo 2007, il giornalista americano Ted Koppel mandò in onda un programma intitolato La tomba perduta di Gesù—Una vista critica, i cui ospiti comprendevano il direttore Simcha Jacobovici, James Tabor, Chair del Dipartimento di Studi Religiosi all'Università della Carolina del Nord a Charlotte che served come consulente e advisor sul documentario, Jonathan Reed, Professore di Religione all'Università di LaVerne e co-autore di Excavating Jesus Beneath the Stones, Behind the Text, e William Dever, un archeologo con oltre 50 anni di esperienza in Middle Eastern archaeological digs.

The Washington Post in un articolo del 28/2/07[50] cita Dever as being "widely considered the dean dell'archeologia biblica tra gli studenti statunitensi" e lo cita as saying, "Penso solo che sia un peccato il modo in cui questa storia sia stata hyped e manipolata" e "tutti i nomi [contenuti nella tomba] sono comuni."

Alan Cooperman, autore dell'articolo su The Washington Post afferma anche: "Simili valutazioni sono state fatte ieri da due studenti israeliani, Amos Kloner, che ha originariamente scavato la tomba, e Joe Zias, ex curator of archaeology all'Israeli Antiquities Authority. Kloner disse al Jerusalem Post che il documentario è "senza senso." Zias lo descrisse in un'e-mail a The Washington Post come a "hyped up film intellettualmente e scientificamente disonesto."

L'archeologo israeliano Amos Kloner, che fu tra i primi ad esaminare la tomba quando fu scoperta, disse che i nomi marked on the coffins erano molto comuni all'epoca. "Non accetto le notizie che fu usata da Gesù o dalla sua famiglia," e "The documentary filmmakers la stanno usando per vendere il loro film." disse al sito web BBC News.[51]

Durante il documentario La tomba perduta di Gesù, molti professionisti had claimed:

  1. relativamente agli ossari marked Yeshua` ("Gesù") e quello che si crede sia di Maria Maddalena: poiché "il DNA non ha combaciato, the forensic archaeologist concluse che essi dovevano essere marito e moglie";
  2. quel test mostrò che c'era a match tra the patina on the James e Yeshua` ossari e si riferiva all'ossario di Giacomo come l'"anello mancante" dalla tomba di Yeshua` (Gesù);
  3. e che un ossario che became missing from the tomb of Yeshua` had actually been the infamous James ossuary che si crede contenga i resti del fratello di Yeshua`.

Durante la critica di Ted Koppel, La tomba perduta di Gesù—una vista critica, Koppel rivelò he had denials from these three people Simcha Jacobovici had misquoted in the documentary.

  1. Koppel ebbe un rifiuto scritto dall'archeologo forensic in cui si affermava che egli NON aveva concluso che i resti di Yeshua` e Marianna mostravano che erano marito e moglie. Infatti, egli aveva affermato logicamente, "non si può testare geneticamente un matrimonio."
  2. Koppel ebbe un rifiuto scritto dal Direttore del Suffolk Crime Lab (Robert Genna) in cui si affermava che egli NON aveva affermato che the James ossuary patina matched that of the Yeshua` ossuary. Egli negò di aver mai detto they were a match, e disse che avrebbe dovuto fare molti più test di confronto di altre tombe prima di disegnare qualsiasi conclusione.[52]
  3. Koppel ebbe un rifiuto verbale dal Professor Amos Kloner, l'archeologo che ebbe supervisionato the initial 1980 dig della tomba di Yeshua`, con cui parlò il 4/3/07, affermando che l'ossario that later turned up missing from the alleged Tomba di 'Gesù' poteva non essere stato ciò che ora è noto come l'ossario di Giacomo. Infatti egli indicò che c'era evidenza del fatto che non fosse lo stesso dicendo che l'ossario che ora manca e che egli aveva visto e fotografato e catalogato nel 1980 era stato completamente unmarked, mentre l'ossario di Giacomo is marked con il nome di Giacomo e a rosette.

L'archeologo William Dever summed it up when he stated on Koppel's critical analysis, La tomba perduta di Gesù—Una vista critica, che Jacobovici's and Cameron's "conclusions erano già disegnate all'inizio" dell'inchiesta e che le loro "argomentazioni vanno ben oltre ogni ragionevole interpretazione."[53]

Implicazioni teologiche

Sebbene the film's premise questions theological renderings of the Bible's account della resurrezione e ascensione di Gesù (che sono central tenets of Christianity, affermate anche nel Nicene Creed), the filmmakers exclusively reject this claim.[54].[55] Speaking at the news conference held at the New York Public Library, il consulente religioso del film James Tabor affermava che il fatto che la tomba di Gesù era stata scoperta non mette in dubbio biblical accounts della sua resurrezione, che disse avrebbe potuto essere actually spirituale.[56]

Per quanto riguarda l'ascensione, tuttavia, il sito web del documentario suggerisce che mentre la scoperta della tomba non rende impossibile la nozione di ascensione spirituale, lo fa per quelli che credono che Gesù ascese fisicamente al cielo.[57]

Più tardi in un'intervista,[58] Simcha Jacobovici disse che il film può essere visto come prova per coloro che mettono in dubbio l'esistenza di Gesù, e stressed on the idea the film being about science, truth e facts. Ma it's worth mentioning that only the few lines of theological considerations drawn on the film's website [6], (resurrecting from a second tomb after being moved o the spiritual only ascent to Heaven) contraddicono direttamente la maggior parte of Christian views, which make this confirmation of Jesus historicity at least of no use[59] from this perspective, if not tearing apart[60] the belief.

Asked what he believes about the resemblance with Il codice da Vinci, il produttore esecutivo James Cameron disse[61] he looked "at it as paving the way for some of these ideas that some people may consider to be quite radical, ma were rather well researched in that movie" e, nonostante the documentary team avesse lavorato per un anno when it was released, essi decisero di aspettare un altro anno "to let these ideas marinate."

Contraddizioni con Christian views

Il film propone nuove interpretazioni degli eventi che riguardano Gesù illustrati nel Nuovo Testamento, as seen by mainstream Christianity. I suggerimenti del film contraddicono[62] le basi della fede in the majority's view,[63] se si considerano solo Cattolicesimo e Ortodossia Orientale per numero di membri (other denominations' teachings being contradicted at least partially), e possono essere considerate blasfemie[64][65][66] by the Church:

The claim that Gesù era sposato also undermines la metafora teologica della Chiesa "Sposa di Cristo" (trovata negli scritti del Nuovo Testamento). Jimmy Akin, direttore di Apologetica e Evangelizzazione at Catholic Answers, scrisse: "Questa immagine non sarebbe mai emersa se ci fosse stata una Sig.ra Gesù che viveva lì a Gerusalemme…. Sappiamo de [le mogli dei fondatori religiosi] perché erano figure onorate come mogli del Fondatore, e se Gesù aveva una moglie allora (a) ne sapremmo qualcosa e (b) l'intera metafora della Chiesa-come-Sposa-di-Cristo non sarebbe mai esistita." Per quanto riguarda un possibile "figlio di Gesù," fece notare: "Noi siamo portati a conoscere perfino le figlie dei fondatori religiosi. Viene in mente Fatima la figlia di Muhammad. Sarebbe molto più duro to sneak un figlio dimenticato dagli occhi della storia…. Non è solo duro to sneak figli nel passato poiché le culture patriarcali erano più concentrate sui figli; è anche per questo: Nelle società tradizionali, il figlio è visto come il successore naturale del padre."[67]

Conforming o Contradicting Islamic views?

Trovare i resti di qualcuno (other than Jesus) nella tomba di Gesù conforms the Muslim belief that a substitute for him was crucified, while he was raised bodily to heaven. The Islamic view of his disappearance, come menzionato nel Qur'an, afferma: That they said (in boast), "We killed Al-Masih 'Isa the son of Maryam, the Messenger of Allah"; but they killed him not, nor crucified him, but so it was made to appear to them[68]. L'interpretazione generale Muslim del verso è che Dio, per vendicarsi del tradimento di Giuda verso Gesù (the fatherless prophet), rese il suo volto simile a quello di Gesù, mentre Gesù ascese al cielo e ritornerà vicino alla fine dei tempi e ucciderà l'anti-Cristo. Accordingly, i resti scoperti nella sua tomba apparterrebbero allora actually a Giuda, una guardia Romana, o un discepolo volontario.[69][70]

D'altro lato, il documentario stesso contraddice [71] Islamic views poiché esso specifica che era presumibilmente Gesù ad essere stato sepolto lì, e il suo sito web afferma che "Se i resti mortali di Gesù sono stati davvero trovati, ciò contraddirebbe solo l'idea di un'ascensione fisica"[57], che i Muslims endorse.

Domande archeologiche

The Tre Skulls

Tre skulls sono stati trovati sul pavimento della tomba nel 1980 which the film makers afferma fosse insolito ma altri disaccordano. - "Anche questo era decisamente insolito. Nell'antica Gerusalemme, i morti erano posti all'interno della tomba; nelle tombe, i morti erano posti all'interno degli ossari. Se qualcosa era lasciato behind, it was a lamp o a bottle of perfume—not skulls.?"[72][73]

Criticismo del documentario

Early Christianity scholar R. Joseph Hoffmann, chair of the skeptically minded Committee for the Scientific Examination of Religion, dice che il film avvisa il pubblico del fatto che non ci sono sicure conclusioni quando it comes to the foundational history of a religious tradition. Ma he charges che il film "is all about bad assumptions," iniziando con l'ipotesi che the boxes contengono Gesù di Nazareth e la sua famiglia. Dal suo punto di vista come storico specializzando nella storia sociale della prima Cristianità, lo ha trovato "amazing how evidence falls into place when you begin with the conclusion—e a hammer."[74]

Quando fu intervistato a proposito dell'upcoming documentary, Amos Kloner, who oversaw the original archaeological dig of this tomb nel 1980 disse:

"È una bella storia per un film TV, ma è totalmente impossibile. E' senza senso."[75]

Newsweek riporta che l'archeologo che ha personalmente numerato gli ossari dismissed any potential connection:

"Simcha has no credibility whatsoever," dice Joe Zias, che era the curator for anthropology e archeology al Museo Rockefeller a Gerusalemme dal 1972 al 1997 e aveva numerato personalmente gli ossari Talpiot. "He's pimping off the Bible … He got this guy Cameron, che fece 'Titanic' o qualcosa di simile—cosa ne sa questo tipo di archeologia? Io sono un archeologo, ma se scrivessi un libro su chirurgia cerebrale, tu diresti, 'Chi è questo tipo?' La gente vuole signs e wonders. I progetti come questi make a mockery della professione archeologica."[76]

The aforementioned Joe Zias ha pubblicato nel suo sito a "viewers' guide" to the Talpiot Tomb documentary, in which he systematically rebuts the film's argumentation e gives much background information about the people involved in it.[77]

Stephen Pfann, presidente dell'Università della Terra Santa di Gerusalemme e un esperto in lingue semitiche, che era intervistato nel documentario, also said the film's hypothesis holds little weight:

"Com'è possibile?" disse Pfann. "Su una scala da 1 a 10—10 essendo totalmente possibile—è probabilmente un 1, forse un 1 e mezzo."[78]

Pfann also thinks the inscription read as "Jesus" has been misread and suggests that the name "Hanun" might be a more accurate rendering.[79]

The Washington Post reports that William G. Dever (mentioned above as excavating ancient sites in Israel for 50 years) offered the following:

"I've known about these ossuaries for many years and so have many other archaeologists, and none of us thought it was much of a story, because these are rather common Jewish names from that period. It's a publicity stunt, and it will make these guys very rich, and it will upset millions of innocent people because they don't know enough to separate fact from fiction."[10]

Asbury Theological Seminary's Ben Witherington III points out some other circumstantial problems with linking this tomb to Christ:[13]

  • "So far as we can tell, the earliest followers of Jesus never called Jesus 'son of Joseph'. It was outsiders who mistakenly called him that."
  • "The ancestral home of Joseph was Bethlehem, and his adult home was Nazareth. The family was still in Nazareth after he [Joseph] was apparently dead and gone. Why in the world would he be buried (alone at this point) in Jerusalem?"
  • "One of the ossuaries has the name Jude son of Jesus. We have no historical evidence of such a son of Jesus, indeed we have no historical evidence he was ever married."
  • "The Mary ossuaries (there are two) do not mention anyone from Migdal. It simply has the name Mary—and that's about the most common of all ancient Jewish female names."
  • "We have names like Matthew on another ossuary, which don't match up with the list of [Jesus's] brothers' names."

The Archaeological Institute of America, self-described on their website as "North America's oldest and largest organization devoted to the world of archeology," has published online their own criticism of the "Jesus tomb" claim:

"The identification of the Talpiyot tomb as the tomb of Jesus and his family is based on a string of problematic and unsubstantiated claims [...] [It] contradicts the canonical Gospel accounts of the death and burial of Jesus and the earliest Christian traditions about Jesus. This claim is also inconsistent with all of the available information—historical and archaeological—about how Jews in the time of Jesus buried their dead, and specifically the evidence we have about poor, non-Judean families like that of Jesus. It is a sensationalistic claim without any scientific basis or support."[80]

DNA and family evidence

Dr. Darrel L. Bock, a New Testament scholar and research professor of New Testament studies at Dallas Theological Seminary points out some of the inconsistencies, including: "If Jesus' family came from Galilee, why would they have a family tomb in Jerusalem?"[81]

Dr. Ben Witherington III points out an inconsistency related to the James Ossuary: He points out that the James Ossuary came from Silwan, not Talpiot. In addition, the James Ossuary had dirt on it that "matched up with the soil in that particular spot in Jerusalem." In his opinion, this is problematic, because "the ossuaries that came out of Talpiot came out of a rock cave from a different place, and without such soil in it." Therefore, he believes that it is difficult to believe that the one known family member of Jesus was buried separately and far away from Jesus' family.[13]

In addition, during the trial of antiquities dealer Oded Golan there has been testimony from former FBI agent Gerald Richard that a photo of the James ossuary, showing it in Golan's home, was taken in the 1970s, based on tests done by the FBI photo lab. This would make it impossible for the James Ossuary to have been discovered with the rest of the Talpiot ossuaries in the 1980s.[21]

With reference to the DNA tests, Witherington wrote in his blog: "[T]he most the DNA evidence can show is that several of these folks are interrelated…. We would need an independent control sample from some member of Jesus' family to confirm that these were members of Jesus' family. We do not have that at all."[13] This quote clarifies the fact that the documentarians do not believe they have tested the DNA and have proven it to be Jesus. They simply used DNA testing to prove that the "Jesus son of Joseph" and the "Mariamne" in this tomb were not maternally related (i.e. that they did not have the same mother or grandmother). The film asserted that this DNA evidence suggests they were probably spouses. Critics contend they could have been paternally related (e.g. father and daughter, or grandfather and granddaughter), or related by someone else's marriage. Mariamne could just as well have been the wife of one of the other two males in the ossuary.

The New York Times article of February 27 (reprinted in full on many websites) states:

The documentary's director and its driving force, Simcha Jacobovici…, said there was enough mitochondrial DNA for a laboratory in Ontario to conclude that the bodies in the "Jesus" and "Mary Magdalene" ossuaries were not related on their mothers' side. From this, Mr. Jacobovici deduced that they were a couple, because otherwise they would not have been buried together in a family tomb. In an interview, Mr. Jacobovici was asked why the filmmakers did not conduct DNA testing on the other ossuaries to determine whether the one inscribed Judah, son of Jesus was genetically related to either the Jesus or Mary Magdalene boxes; or whether the Jesus remains were actually the offspring of Mary. "We're not scientists. At the end of the day we can't wait till every ossuary is tested for DNA," he said. "We took the story that far. At some point you have to say, I've done my job as a journalist."

In the televised debate following the airing of the film, Ted Koppel pressed Jacobovici on the same question and received the same response. According to the authors of one blog, "the response is manifestly disingenuous. The question, in fact, necessarily arises whether the team or one of its members decided not to proceed with any further DNA tests. Such tests may have revealed that none of the ossuaries are related—hence defeating the underlying presupposition that the crypt was in fact a family tomb, and thereby eliminating any valid basis at all for producing and showing the film."

William G. Dever said that some of the inscriptions on the ossuaries are unclear, but that all of the names are common. "I've known about these ossuaries for many years and so have many other archaeologists, and none of us thought it was much of a story because these are rather common Jewish names from that period. It's a publicity stunt, and it will make these guys very rich, and it will upset millions of innocent people because they don't know enough to separate fact from fiction."[10]

Jodi Magness, an archaeologist at the University of North Carolina-Chapel Hill, notes that at the time of Jesus, wealthy families buried their dead in tombs cut by hand from solid rock, putting the bones in niches in the walls and then, later, transferring them to ossuaries. "If Jesus' family had been wealthy enough to afford a rock-cut tomb, it would have been in Nazareth, not Jerusalem," Magness writes.

According to Magness, the names on the Talpiot ossuaries indicate that the tomb belonged to a family from Judea, the area around Jerusalem, where people were known by their first name and father's name. As Galileans, Jesus and his family members would have used their first name and hometown. "This whole case (for the tomb of Jesus) is flawed from beginning to end."[10]

There is no information on analyzing relation of "Mary" and "Jesus son of Joseph" or any other tomb occupants. In Jewish tradition after one year, when bodies in rock-cut tombs were decomposed, bones were collected, cleaned and then finally placed in an ossuary. Due to this conduct there is no real assurance that what scientists have really examined are remnants of "Mariamne e Mara" and "Jesus son of Joseph."

Interpretation of the inscriptions

David Mavorah, a curator of the Israel museum in Jerusalem, points out that the names on the ossuaries were extremely common. "We know that Joseph, Jesus and Mariamne were all among the most common names of the period. To start with all these names being together in a single tomb and leap from there to say this is the tomb of Jesus is a little far-fetched, to put it politely."[18] David Mavorah is an expert of Israeli Antiquity, and (presumably) not an expert of statistics. However, Dr. Andrey Feuerverger, the statistician cited by the makers of the documentary, has said that determination of the identity of those in the tomb was the purview of biblical historians, and not statisticians. For another interpretation of the statistics see the statistics section above.

Professor Amos Kloner, former Jerusalem district archaeologist of the Israel Antiquities Authority and the first archaeologist to examine the tomb in 1980,[82] told the Yedioth Ahronoth newspaper that the name Jesus had been found 71 times in burial caves at around that time.[18] Furthermore, he said that the inscription on the ossuary is not clear enough to ascertain, and although the idea fails to hold up by archaeological standards it makes for profitable television. Quote: "The new evidence is not serious, and I do not accept that it is connected to the family of Jesus…. They just want to get money for it."[8]

Dr. Richard Bauckham, professor at the University of St Andrews, catalogued ossuary names from that region since 1980. He records that based on the catalogue, "Jesus" was the 6th most popular name of Jewish men, and "Mary/Mariamne" was the single most popular name of Jewish women at that time. Therefore, finding two ossuaries containing the names "Jesus" and "Mary/Mariamne" is not significant at all, and the chances of it being the ossuaries of Jesus and Mary Magdalene are "very small indeed."[17]

Concerning the inscription attributed to Jesus son of Joseph, Steve Caruso, a professional Aramaic translator using a computer to visualize different interpretations, claims that although it is possible to read it as "Yeshua" that "overall it is a very strong possibility that this inscription is not 'Yeshua` bar Yehosef.'"[6]

Name "Mary" and derivative of it may have been used by 25% of Jewish women at that time.[83]

Publicity

Lawrence E. Stager, the Dorot professor of archaeology of Israel at Harvard, said the documentary was "exploiting the whole trend that caught on with The Da Vinci Code. One of the problems is there are so many biblically illiterate people around the world that they don't know what is real judicious assessment and what is what some of us in the field call 'fantastic archaeology.'"[8]

William G. Dever said, "I'm not a Christian. I'm not a believer. I don't have a dog in this fight. I just think it's a shame the way this story is being hyped and manipulated."[10]

Jodi Magness criticized the decision of the documentary makers to make their claims at a news conference rather than in a peer-reviewed scientific article. By going directly to the media, she said, the filmmakers "have set it up as if it's a legitimate academic debate, when the vast majority of scholars who specialize in archeology of this period have flatly rejected this."[10]

Joe Zias, former curator of archeology at the Israeli Antiquities Authority, described it in an e-mail to The Washington Post as a "hyped-up film which is intellectually and scientifically dishonest."[10] He also wrote an extended Viewers Guide to Understanding the Talpiot Tomb documentary, published on his web site.[77]

François Bovon has also written to say that his comments were misused. In a letter to the Society of Biblical Literature, he wrote:[84]

As I was interviewed for the Discovery Channel's program The Lost Tomb of Jesus, I would like to express my opinion here.
First, I have now seen the program and am not convinced of its main thesis. When I was questioned by Simcha Jacobovici and his team the questions were directed toward the Acts of Philip and the role of Mariamne in this text. I was not informed of the whole program and the orientation of the script.
Second, having watched the film, in listening to it, I hear two voices, a kind of double discourse. On one hand there is the wish to open a scholarly discussion; on the other there is the wish to push a personal agenda. I must say that the reconstructions of Jesus' marriage with Mary Magdalene and the birth of a child belong for me to science fiction.
Third, to be more credible, the program should deal with the very ancient tradition of the Holy Sepulcher, since the emperor Constantine in the fourth century C.E. built this monument on the spot at which the emperor Hadrian in the second century C.E. erected the forum of Aelia Capitolina and built on it a temple to Aphrodite at the place where Jesus' tomb was venerated.
Fourth, I do not believe that Mariamne is the real name of Mary of Magdalene. Mariamne is, besides Maria or Mariam, a possible Greek equivalent, attested by Josephus, Origen, and the Acts of Philip, for the Semitic Myriam.
Fifth, the Mariamne of the Acts of Philip is part of the apostolic team with Philip and Bartholomew; she teaches and baptizes. In the beginning, her faith is stronger than Philip's faith. This portrayal of Mariamne fits very well with the portrayal of Mary of Magdala in the Manichean Psalms, the Gospel of Mary, and Pistis Sophia. My interest is not historical, but on the level of literary traditions. I have suggested this identification in 1984 already in an article of New Testament Studies.
François Bovon, Harvard Divinity School

2008 Symposium and Misleading Coverage

Following a symposium at Princeton in January 2008 the media interest in the Talpiot tomb was reignited with most notably Time[85] and CNN[86] devoting extensive coverage, hailing the case as being reopened. Following the media's portrayal scholars present at the symposium accused Simcha Jacobovici and James Cameron of misleading the media in claiming the symposium reopened their theory as viable. Several scholars, including significantly all of the archaeologists and epigraphers, who had delivered papers at the symposium issued an open letter of complaint claiming misrepresentation, saying that Jacobovici and Cameron's claims of support from the symposium are "nothing further from the truth"[87].

The list of scholars included:

  • Professor Jodi Magness, University of North Carolina at Chapel Hill
  • Professor Eric M. Meyers, Duke University
  • Choon-Leon Seow, Princeton Theological Seminary
  • F.W. Dobbs-Allsopp, Princeton Theological Seminary
  • Lee McDonald, Princeton Theological Seminary, visiting
  • Rachel Hachlili, Haifa University
  • Motti Aviam, University of Rochester
  • Amos Kloner, Bar Ilan University
  • Christopher Rollston, Emmanuel School of Religion
  • Shimon Gibson, University of North Carolina at Charlotte
  • Joe Zias, Science and Antiquity Group, Jerusalem
  • Jonathan Price, Tel Aviv University
  • C.D. Elledge, Gutavus Adolphus College

DVD Editions

On March 15, 2007, Discovery Channel released a DVD of the documentary with a listed running time of "2 hours."[88]

Voci correlate

Note

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Published References

Don Sausa, The Jesus Tomb : Is It Fact or Fiction? Scholars Chime In, The Vision Press, ISBN 0-9788-3469-0.

Further reading

  • Eric M. Meyers: "The Jesus tomb controversy: an overview", Near Eastern Archaeology, Vol. 69, Iss. 3/4 (Sep-Dec 2006), pp. 116-118

Collegamenti esterni

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